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lunedì 17 novembre 2008

‘L’Arte? E’ la risposta ad un bisogno.’



Incontro con La psicologa Dr.ssa Loredana Angeletti.

Ogni giorno centinaia di artisti si accapigliano nei forum della rete su cosa è Arte e cosa non lo è, dalle tematiche alle tecniche utilizzate, gli accademici contro gli autodidatta, figurativi contro astrattisti.
Esiste però una costante che unisce tutti, il bisogno di fare Arte, perché?Noi del Caffe d’Arte lo abbiamo chiesto alla psicologa Loredana Angeletti.

Drssa Angeletti può rispondere a questo quesito?

Dr.ssa Angeletti:
L’Arte è la risposta ad un bisogno, per chi l’acquista,( perché l’oggetto artistico può rientrare in un progetto personale come l’arredo di una casa o di uno studio e con l’immagine che l’individuo vuole dare di se attraverso tale scelta.) ma in particolare per chi la produce, in quanto è una trasposizione dei sentimenti e dell’inconscio. Un'
Opera d’Arte è molto più di un oggetto, è un progetto mentale, fisico, psicologico.Il risultato di un vissuto emotivo. Non è quasi mai frutto del caso.


Come si spiega la grande differenza tra il lavoro di un artista e quello di un altro?
Perché alcuni scelgono di fare figurativo ed altri di esprimersi attraverso l’astratto?

Dr.ssa Angeletti:
L’Artista figurativo è un individuo dotato di una buona manualità, questa capacità è presente nelle persone che nascono con una predisposizione del cervello, legata alla spazialità,la capacità di riportare su carta ciò che vedono nella realtà.
Non tutti coloro che nascono con questa capacità diventano artisti. Es. hanno questa predisposizione per la spazialità coloro che sono in grado di leggere una mappa stradale o che hanno uno sviluppato senso dell’orientamento, anche in luoghi a loro sconosciuti, è come se riuscissero a vedere dall’alto la città e a ridisegnarla geometricamente nella propria mente.Questa capacità + acquisizione delle tecniche artistiche + le emozioni e il vissuto psicologico dell’individuo, il gusto e la creatività, danno origine all’ opera di un artista figurativo.

E per un artista astratto come funziona?

Dr.ssa Angeletti:

L'astrattismo è un processo di elaborazione della realtà, l’artista astratto, spesso si dedica a tematiche più introspettive e rivolge l’attenzione verso pensieri e tematiche emotive, concentrandosi più sui sentimenti che hanno generato l’opera che all’estetica della forma.
Ma se l’Artista astratto nasce come tale, non avendo sperimentato il percorso figurativo diviene il più penalizzato nel campo dell’Arte, perché sente il bisogno di esprimersi ma non ha tale capacità,
Questo però non lo rende meno artista del precedente, lo rende solo più frustrato perché costretto a spiegare all’osservatore ciò che voleva dire attraverso l’opera. L’artista astratto è un individuo che ha scelto di non affrontare la propria limitazione, ma di ripiegare su di essa.


In che senso?

Dr.ssa Angeletti:
Nel senso che la predisposizione verso la spazialità la si può apprendere tramite l’allenamento, tutti possono imparare a disegnare così come tutti imparano a scrivere. La scrittura è un segno a cui diamo un suono vocale.
L’artista astratto tende a rifiutare tale problema perché spesso (inconsciamente) ha qualcosa da nascondere agli altri, un vissuto irrisolto. Passare al figurativo significherebbe svelare agli altri ma soprattutto a se stessi cosa lo spinge a fare Arte. L’opera d’Arte a volte è un urlo che nemmeno l’artista che lo ha creato riesce a sentire.


Un artista figurativo non può avere ‘problemi irrisolti’?

Dr.ssa Angeletti:
Certo che può averne, la differenza sta nella leggibilità della sua opera.
Come dicevo ‘L’opera d’Arte è un urlo’ in questo caso eseguito in una lingua comprensibile. La chiarezza nella forma rende meno silente il disagio a chi lo vive e a chi con esso interagisce.
Lei ha avuto artisti tra i suoi pazienti?

Dr.ssa Angeletti:
Qualche volta ma ho un segreto professionale da rispettare.

Come si affronta la terapia con un’artista?

Dr.ssa Angeletti:
Nello stesso modo di un qualsiasi altro paziente.

Si usa dire che un artista per creare ha bisogno di soffrire, i suoi pazienti ( senza ovviamente fare nomi) hanno poi riscontrato una perdita di creatività?

Dr.ssa Angeletti
A distanza di tempo dalla fine del percorso terapeutico questi ‘pazienti speciali’ mi hanno informata della avvenuta ‘liberazione’ della loro Arte. Superare determinate dinamiche ha permesso loro di liberarsi dalle limitazioni, date dalle ‘ancore’ che impedivano la naturale evoluzione della loro creatività.(come soggetti ricorrenti, colori ricorrenti, paure, ansia da prestazione ecc.).
Ringraziamo La dott. Angeletti per la sua disponibilità.

Dr.ssa Angeletti: loredana.angeletti@virgilio.it
angeletti.consultonline@gmail.com
http://www.psicoangeletti.altervista.org

Grazie a Voi tutti del Caffè D’Arte.

giovedì 6 novembre 2008

Il nemico degli Artisti? Loro stessi.


Le idee migliori nascono dall’aggregazione, dalle associazioni, dai gruppi di corpi pensanti; in particolare questo discorso vale per gli artisti, i quali, in passato, sono stati gli artefici di grandi cambiamenti che hanno influenzato non solo il mondo dell’Arte, ma anche quello della vita sociale, dell’industria, la moda frivola delle donne, fino a toccare la vita dell’ultimo dei mediocri.
Oggi gli artisti si scontrano sui forum della rete per difendere la propria Arte:

Lamentano il poco peso che ha l’ artista nella società contemporanea,

Vivono il malessere creato dalla non appartenenza a nessun tipo di categoria (per l’Italia un artista è un individuo che pratica un hobby).

Parlano di ingiustizia, di perdita del ruolo, di stato che non li rappresenta e che non crea per l’Arte spazi adeguati al suo sviluppo;

La sola Arte che l’Italia sponsorizza è quella delle Cattedrali e dei grandi Maestri del passato.’

Ma è anche vero che gli stessi artisti oggi hanno difficoltà a frequentarsi, a confrontarsi, si isolano, convinti della propria bravura, superiorità e diversità, Con il loro comportamento sono gli artefici dell’esilio dell’artista e dell’indebolimento del suo ruolo all’interno della società.