Traduci il sito in inglese Traduci il sito in francese Traduci il sito in lingua originale Traduci il sito in lingu spagnola Traduci il sito in lingu tedesca

mercoledì 21 maggio 2008

Sostenere la produzione artistica. Fondi pubblici e finanziamenti privati.


Pan, Palazzo delle arti Napoli.
Conferenza di Pierluigi Sacco.

Pierluigi Sacco professore ordinario di Economia dell'arte presso l’università Iuav di Venezia, ha tenuto una conferenza a Napoli sul tema del finanziamento degli enti pubblici e privati alla produzione artistica
Se il mecenatismo oggi è un fenomeno isolato o strettamente legato a vicende personali, le sponsorizzazioni hanno rappresentato un notevole intervento a favore dell’arte per la politica di agevolazione fiscale che alle aziende, che si fanno promotrici in tal senso, deriva.
Ma in realtà, afferma, anche questo è un falso mito. A tal fine l’autore riporta tre casi esemplari di aziende di rilevanza nazionale impegnatesi in questo settore.
La prima è Trussardi che ha messo in atto un’operazione culturale per il rilancio del proprio marchio affidandosi ad esperti del settore, entrando così a tutti gli effetti nel mondo dell’arte, comportandosi come un vero produttore culturale.
Segue l’esempio di Furla che pur non avendo bisogno di comunicazione del proprio marchio, attraverso la creazione del “Premio Furla” per la giovane arte, mette in atto una vera e propria attività di promozione e di visibilità per gli artisti.
Infine, riporta l’esperienza dell’azienda Illy caffè partendo dall’esperimento di affidare la decorazione delle proprie tazzine da caffè ad artisti, è entrata da protagonista nel sistema dell’arte contemporanea, adottando anche la certificazione di qualità del marchio. Qui il linguaggio dell’arte non viene piegato alle proprie esigenze. Gli artisti restano tali. Sono aziende che entrano con progettualità nel sistema dell’arte e sempre in numero crescente si muovono in questo scenario che è in evoluzione.
A chi chiede se non si tratta di progetti che strumentalizzano l’arte contemporanea perché le aziende scelgono artisti che sono già affermati, non emergentiSacco sostiene che nei casi citati non fa queste operazioni per un mero fatto di marketing, bensì con cognizione di significato perché i progetti sono affidati a soggetti competenti e questo fa in modo che l’artista non si senta sponsorizzato. Sono localizzate in Veneto il maggior numero di aziende che lavorano con artisti emergenti.
Per quanto riguarda il fund raising mentre in Germania e in America la raccolta di fondi destinata alla cultura è un atto meritorio, di riconoscimento sociale da parte dei cittadini, in Italia questo discorso non avviene.
Purtroppo qui non viene ancora riconosciuto il ruolo culturale dell’artista e la cultura è ancora considerata un fatto elitario, non viene riconosciuto un valore educativo all’arte, mentre diversamente, il pubblico italiano dà risposte positive per quanto riguarda iniziative di carattere sociale.
Sacco auspica una nazionalizzazione delle politiche culturali per la gestione del consenso a livello locale, come potrebbe essere la creazione di una fondazione che investa realmente e supporti i progetti degli artisti, sull’esempio dell’americana Andy Wahrol Fondation. In Italia è il privato che spinge il pubblico, in Germania avviene il contrario. Parla della creazione di agenzie del contemporaneo, altra forma di coproduzione e coidezione di progetti con gli artisti, del concetto di infiltrazione e della creazione di piattaforme culturali per combattere il fenomeno dell’isolamento dell’artista al fine di creare uno spazio socialmente visibile.
Affida un messaggio alle generazioni dei trentenni e dei quarantenni:assunzione della responsabilità sociale della collettività per smuovere gli equilibri della città e farsi catalizzatori del nuovo.
Articolo di
Maria Colucci.

Non di sola Arte.


Conversazioni sulla situazione economica degli artisti in Italia.

Al Pan "Palazzo delle arti Napoli", ospitato nel seicentesco palazzo Roccella trasformato in sede di mostre dedicate all'Arte contemporanea, si è tenuta una conferenza pubblica per la presentazione di uno studio sulla condizione economica degli artisti in Italia.
La ricerca, svoltasi nell'arco di due anni, e basata su interviste dirette agli artisti, ha messo in evidenza che la maggior parte di essi fa un secondo se non un terzo lavoro, per potersi mantenere e dedicarsi all'Arte e che solo un artista su cinque riesce a vivere di Arte.
Il sistema dell'Arte oggi viene definito dagli artisti competitivo e " autoreferenziale", basato cioè su una serie di intrecci di pubbliche relazioni, conoscenze, scambi, collaborazioni tra artisti e addetti al settore.
Per andare avanti resta comunque decisivo il legame con il mercato e molti hanno una galleria di riferimento per far conoscere le loro opere.
Pochissimi sono gli spazi e gli interventi pubblici in favore dell'Arte qui in Italia e molti preferiscono trasferirsi all'estero, esperienza ritenuta sempre fondamentale per la carriera di un'artista, anche se poi vendono in Italia.
Un prossimo incontro ci sarà il 28 maggio ore 18.30 e avrà come tema "Sostenere la produzione artistica. Fondi pubblici e finanziamenti privati".
Ringraziamo per l''articolo
Dott.ssa Maria Colucci
Promotore Culturale.

Perchè dipingere? (o scolpire,disegnare ecc)


Premessa
Il nostro articolo parla di artisti e di ciò che dicono ecco perché la nostra indagine ha escluso i commenti provenienti da utenti intervenuti al Forum ‘osservato’ Che non avevano alcuna attinenza con il mondo dell’Arte e degli artisti.

Es: Iscritti al forum che non avevano alcuna opera pubblicata,
armati di solo nick name ( rendendosi irriconoscibili).
Una curiosità: qualcuno ha provenienza decisamente dubbia ( movimento religioso extraterrestre) :)

Questo è un esempio che motiva
la necessità di fare una scrematura degli interventi
e
spiega perché, forum con post interessanti, scadano in discussioni poco costruttive se non addirittura demenziali.

Perchè dipingere? (o scolpire,disegnare ecc)
I motivi che ne sono emersi sono:
L'immortalità e il sapere che quello che si è in grado di fare è unico ed irripetibile, smettere di dipingere significherebbe non lasciarne traccia nella storia dell’Arte.
( concetto già espresso da Giulio Carlo Argan nel testo ‘Storia dell’Arte come storia della città’ Roma 1983)
dal forum :Van gogh dipingeva praticamente per se stesso, se si fosse scoraggiato e avesse fatto il mercante d'arte?
mancherebbe un tassello tra l'impressionismo e l'espressionismo, che, probabilmente, non sarebbe mai nato come lo vediamo noi oggi.

Il piacere della sfida

perchè è una sfida nel superare le difficoltà tecniche per arrivare al risultato che si ha in mente. Non chiedersi il "perchè" ma "come" realizzarlo per il puro piacere di farlo. I lavori sono sempre in corso, il cambio di genere, soggetto, tecnica.
L’insoddisfazione che trascina nella perenne ricerca di un qualcosa che in alcuni giorni affiora
con estrema facilità e in altri è una lotta dove da un lato della barricata c’è la tela, i colori, i pennelli, dall'altro lato c’è l’artista.
La sfida in alcuni casi la si può anche perdere, costringendo l’artista all’isolamento o addirittura ad abbandonare il progetto.



L’artista e il mercato

Cercare di vivere di Pittura significa incontrare o ‘ abbracciare un mercato’
Chi deve comprare è ignorante e ha una sua idea di ciò che gli piace, chi produce Arte ne ha una propria.
Chi vuole vendere la propria arte e vivere di essa deve sperare che queste idee coincidano, ma spesso non è così.
Ecco perché ci si pone il quesito perché vendere la propria Arte?
Arte intesa come piacere del fare, non come creazione dell’oggetto (quadro, scultura ecc).
La creazione dell’oggetto richiesto dal mercato fa decadere il piacere del fare Arte, perché impone un soggetto, il colore, l’idea.
Quando alla creazione dell’opera d’Arte abbiamo eliminato queste poche scelte di base abbiamo troncato la sua natura trasformandola in puro artigianato.
Il problema con il lavoro è sempre quello di scendere a compromessi e la cosa più assurda è che nel caso del lavoro dell’artista significa scendere a compromessi con te stesso, ecco perché ,c’è chi pur di non rinunciare alla propria Arte preferisce fare un altro mestiere per vivere,trasformando in hobby ciò che poteva essere un lavoro.


‘L’artista E' il mercato’
Gli astrattisti del forum hanno detto:
L'Arte è un tutto uno con la vita degli artisti, è necessario far conoscere la nostra visione delle cose agli altri, al mondo fuori ,se il lavoro se resta confinato nelle "quattro mura"dello studio rimane incompleto, uno sterile autocompiacimento o al contrario una fonte di frustrazione.
Proprio perchè l'espressione artistica è una grande libertà non è detto che da tutti debba essere capita/condivisa, per tal motivo il mercato non condivide tutti gli aspetti delle forme artistiche ma ne seleziona quelle più funzionali al suo sistema. (Fin qui era comprensibile poi è iniziato il delirio delle parole vuote..)

Nasce 'l'osservatorio'



L'osservatorio si occuperà di osservare di cosa si parla nei forum dei siti di Arte più noti presenti nel web ed estrapolarne le tematiche più ricorrenti.
Gli artisti un tempo si riunivano ( fisicamente) per parlare di Arte, facendosi visita reciprocamente, o davanti ad un bicchiere di rosso in osteria o nei caffé come il nostro.
Oggi l'artista se ne sta chiuso nel suo studio o nella sua casa (che è per metà il suo studio) e non parla con nessuno... Tranne che intervenire nei forum.
Nei forum gli artisti, si lusingano, si accapigliano, ma cosa più importante di tutte, parlano del loro modo di vedere L’Arte, la politica, il cinema, la vita;
Ecco perchè è un ambiente da tenere in costante osservazione al fine di ricavarne un'indagine sociologica dell'Arte. Il nostro è un esperimento, ‘ambizioso’ come tutte le nostre iniziative, quindi, fateci gli ‘in bocca al lupo’ e speriamo di non deludervi.
Caffè d'Arte news

sabato 17 maggio 2008

Stefano Venturini






Il mio approccio con la realizzazione di una quadro o di una serie di quadri non è molto impegnativo intellettualmente.
Io lavoro soprattutto attraverso l'occhio e le sensazioni che mi provoca la visione di qualcosa di interessante. Una macchia, un'ombra o, come nella serie che sto portando avanti, la luce.
La luce che distrugge l'immagine reale e te la rende trasformata e incompleta.
Da qui parte l'idea di un dipinto quindi di più dipinti col medesimo soggetto: la luce e le ombre, il controluce.
Ma in generale tutto il mio lavoro nasce in questo modo che definirei "estetico".
Il mio pensiero molto spesso delude chi discute con me i miei dipinti. Mi vengono descritte emozioni e sensazioni che ricavano da ciò che stanno guardando.
Naturalmente mi fa molto piacere ma restano stupiti dal fatto che io non abbia avuto contorcimenti mentali per realizzarre queste cose. Non ho difficoltà nel realizzare un dipinto, poche ore.
Dietro i miei lavori c'è una base di partenza puramente estetica e il fatto che si creino composizioni con risultati - non estetici perché so esattamente cosa voglio fare - emozionali potrei definirlo quasi casuale, o meglio, inconscio.
Cosa influenza quindi la mia creatività?
Direi che l'influenza è ambientale ma legata all'estetica e non all'emozione. Forse è il riuscire a vedere in una cosa apparentemente banale un dipinto già finito.
Ecco, esattamente questo: io non vedo ciò che ho davanti ma ciò che ricaverò da questo.

Stefano Venturini.

Da parte nostra aggiungiamo:
La creatività è la capacità di immaginare qualcosa prima che essa venga realizzata e di realizzarla.
Caffe d'Arte.

martedì 6 maggio 2008

Sfogo d’Artista cercasi

Caffé d’Arte, cerca artisti che siano pronti a tirare fuori la propria anima in uno sfogo liberatorio da pubblicare su Caffé d’Arte news nella sezione omonima.

Stiamo cercando artisti, per il nostro caffé, chiediamo a tutti gli artisti interessati di inviarci il proprio scritto all’indirizzo e mail :
caffearte@gmail.com

Le lettere scelte saranno pubblicate e ad esse seguirà un’ intervista agli artisti selezionati.

Chiediamo a tutti di inserire nell’e mail :
Nome e Cognome,
Link ove è possibile visionare i lavori ( sito personale oppure pagina su portali web ecc)

Una foto personale – (Visibile e chiara )
A questo proposito vorremmo chiarire il motivo della richiesta.
Senza una foto personale siete solo delle parole scritte nel nulla, il Caffé d’Arte ambisce a dare una nuova visione dell’artista. Un artista che sia riconoscibile, al fine di conferirgli notorietà anche pubblica, non solo nel privato della galleria dove espone.
Tutti riconosciamo il Maestro Pablo Picasso se ce ne mostrano una foto, eppure, non lo abbiamo mai incontrato di persona.
Noi crediamo che nell’epoca di internet sia stupido attendere che l’Artista MUOIA , per poi, rendere nota la sua immagine fino a renderla riconoscibile anche da chi non vive di Arte ( come nel caso del Maestro Picasso).

E’ possibile visionare una prima pubblicazione di sfogo d’Artista al link www. caffedarte.blogspot.com ( Sfogo dell’Artista Elisabetta Trevisan)
Nella selezione faranno testo due fattori importantissimi per il Caffé d’Arte.

1. Le argomentazioni dello scritto. ( Non fatevi incastrare dalla paura di errori ortografici o altro, concentratevi sui contenuti, siate sinceri, onesti).

2. La qualità delle opere che la persona in oggetto ha prodotto.

La ricerca non è strettamente legata alla richiesta. Chi entra a far parte del Caffé d’Arte entra in una lista che è anche un percorso.


PS. Se non avevate mai sentito parlare del ‘Caffé d’Arte’ prima di oggi ,Vi consigliamo di visionarne in primis lo Statuto.
Al link

http://caffedarte.blogspot.com nella sezione Statuto

Se non vi riconoscete in esso, Vi consigliamo di astenervi dall’inviare i vostri contenuti.

Caffé d’Arte.

venerdì 2 maggio 2008

Elisabetta trevisan





‘Oggi ho perso il portafoglio ,ma ho tanto guadagnato, perchè ho visto i suoi quadri’stava scritto nel quaderno che sempre si lascia a disposizione dei visitatori
tra tanti eruditi commenti,questo mi è rimasto il più caro.

Non mi piace usare la parola artista che oggi comprende troppe figure diversissime tra loro, io sono pittore e forse solo disegnatore ,parlo quindi solo di questa categoria.


Il mercato dell'arte è malato,
le colpe si possono equamente distribuire tra tutti gli addetti ai lavori,aste ,fiere,gallerie critici,pubblica amministrazione,ma anche i pittori non ne sono esenti .

Il pittore è solitario per necessità(bisogna stare soli per mettere l'anima sulla tela),
ma poi, quando incontra il pubblico, deve pur trovare un punto di contatto,invece spesso se ne sta su di un piedistallo aspettando e pretendendo consenso e possibilmente ‘compenso’. La figura dell'artista incompreso e morto di fame,è ormai passata alla storia (difficile cancellarla).


Il mio primo mercante d'Arte pretendeva che non avessi mai da sentirmi troppo felice
la produzione ne avrebbe sofferto (secondo lui).

All'ufficio affissioni del comune l'impiegata mi spiega senza alcun imbarazzo che:'solo i parenti dei pittori morti possono usufruire dello sconto sulla tassa comunale'.
conclusione...
il peggior difetto per un pittore è quello di essere ancora vivo.
Avete mai visto la fila davanti alla galleria per un pittore vivo?
Invece quando si tratta delle solite mostre ,(di cui poi si può parlare nei salotti), tutti in fila a pagare il biglietto, anche se sono sempre le stesse.

Avendo passato molto del mio tempo in galleria,mi sono resa conto che la gente comune è timorosa,incerta si ferma sulla porta sussurrando: 'io non me ne intendo'.
Il pubblico si sente spesso inadeguato e il pittore che si indigna se gli chiedono un quadro che stia bene con il divano.
Il pittore che non vuole sentire commenti poco eruditi e che guarda con sufficienza dall'alto del suo piedistallo non rende certo un buon servizio (ai fini della comunicazione tra le due parti).
Vorrei che la pittura entrasse in tutte le case,come una finestra in più.
Vorrei che i quadri fossero oggetti desiderati, vissuti con semplice piacere,e non come una medicina da prendere per non essere considerati ignoranti.
In Austria e non solo ,esiste il supermercato dell'Arte ,dove ognuno può mettere nel carrello quello che più gli piace ,(o che si può permettere) da noi in Italia, l'Arte resta per pochi eletti,condizionata da un mercato in mano a chi?non certo ai pittori.
Svegliamoci!

La Sig.ra Trevisan ha dato la sua disponibilità per un'intervista che pubblicheremo in seguito.Caffè D'Arte.